UTP al via il primo fondo in Italia per gestire le inadempienze immobiliari 8211 CREDIT VILLAGE

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Crediti deteriorati


Cioé il risultato di un finanziamento erogato da una banca ad un debitore che, per una ragione o per l’altra, a posteriori potrebbe essere in difficoltà a fare fronte al suo impegno a rimborsare. É questa poco conosciuta categoria di crediti che sembra oggi spaventare il sistema bancario italiano e il regolatore cioè la BCE e la Banca d’Italia.
O ritiene più rischioso, per un banca, zavorrarsi di Btp invece d'imbottirsi di derivati a orologeria, come hanno fatto molte banche del Nord Europa. Secondo il rapporto PricewaterhouseCoopers pubblicato dicembre del 2018, le sofferenze e le inadempienze probabili delle banche italiane erano pari rispettivamente a 130 e 86 miliardi di euro, rispetto ai a hundred sixty five bn e ninety four bn dell'anno precedente. Al 2017, la concentrazione dei crediti Utp nelle prime dieci banche italiane period dell'80%, di cui il 53% nei primi tre. Il tasso di copertura dei primi 10 istituti di credito italiani che è risultato del sixty five.eight% per i Bad Loans e del 35% per gli Utp, rispetto al sixty one.6% e al 31.zero% del 2017.
Più semplicemente, gli UTP sono quei crediti per i quali è improbabile che le banche vedano un rimborso poiché i creditori hanno dimostrato una certa difficoltà nel pagare le price e gli interessi previsti. Grazie alla sua rete di investitori, Credito Italia può risolvere il tuo problema trattando direttamente con i creditori, prima che un pignoramento immobiliare diminuisca il valore della tua casa. Quest’ultimo potrebbe advert esempio avere più tempo a disposizione, oppure beneficiare di condizioni più vantaggiose. cessione consiste nel trasferire un credito a un terzo, che ne acquisisce i relativi diritti e i relativi rischi.

I dati sono leggermente diversi da quelli diffusi a fine settembre da Banca Ifis che indicava un totale di crediti deteriorati sui libri delle banche italiane per 168 miliardi di euro, di cui 90 miliardi di sofferenze, seventy four miliardi di Utp e four miliardi di scaduti (si veda altro articolo di BeBeez). In questa prima metà dell’anno, le mosse di due grandi istituti rendono l’thought di questa staffetta in cui il traguardo, ovvero i requisiti patrimoniali minimi di vigilanza, viene continuamente spostato in avanti. Ai primi di maggio esce su tutti i giornali la notizia che il Monte dei Paschi di Siena starebbe per piazzare almeno 6 miliardi di Utp. A fine mese, l’ad Marco Morelli fa chiarezza e indica in «2 miliardi di Utp» l’obiettivo 2019, stante anche «la difficile situazione macro», insomma, spread, ripresa e dintorni. L’istituito senese, ormai controllato dallo Stato al 68 per cento, ha già raschiato il barile degli Npl e giustamente, con Francoforte addosso, deve andare in solaio a vedere che c’è rimasto.

Informazioni di valore


Rintracci un conto della società insolvente, tenti un pignoramento, ma il deposito risulta drammaticamente vuoto. Il tuo nuovo partner commerciale non è in grado di assolvere alle sue obbligazioni, quando tutto lo faceva apparire in smagliante salute finanziaria. Quante volte le azioni promosse e le decisioni prese sulla base di normali informazioni commerciali si risolvono un buco nell’acqua? Parallelamente agli NPL diventa sempre più centrale la gestione dei crediti di probabile inadempienza non ancora entrati in sofferenza.
Sul fronte dei debitori, ovvero coloro in difficoltà nel ripagare il prestito avuto dalla banca, possono trarre vantaggio dalla situazione. Solitamente, infatti, nel caso di UTP si possono aprire nuove possibilità di negoziazione del debito, sia sul fronte della durata che su quello dei tassi di interesse, più convenienti. La banca ha interesse nel cedere gli UTP per evitare di avere in bilancio un numero troppo alto di crediti “complicati”, mentre la terza parte, in qualità di investitore, compra con l’obiettivo di guadagnare con il recupero del credito da parte del debitore. Tale operazione prevede la cessione, appunto, dell’UTP, ovvero del credito nei confronti del debitore in difficoltà, verso una terza parte.
Una volta definito il valore, in termini macro, del mercato è però interessante capire la differenza tra NPL e UTP in termini di caratteristiche e di tipologia di gestione da parte degli Istituti di credito, per comprendere poi le esigenze in fase di analisi dei propri portafogli. In linea generale ciò che differisce è difatti la situazione del debitore, che nel primo caso è considerato ormai insolvente in modo permanente, nel secondo è invece in una situazione di difficoltà temporanea per cui potrebbe potenzialmente ritornare in bonis. Parallelamente è chiaro come cambi quindi la modalità di gestione dei portafogli di crediti per le due categorie con un focus sul recupero del credito di tipo giudiziale nel caso delle sofferenze ed una possibilità di una gestione più attiva e stragiudiziale per le inadempienze probabili. Fatta questa distinzione è facile intuire come per le sofferenze l’approccio principale sarà quello del recupero, ragion per cui la cessione di portafogli diventa una soluzione più percorribile in quanto il Servicer Npl potrà acquistare advert un prezzo decisamente inferiore al suo valore nominale per poi implementare un’azione di recupero in grado di creare un margine di profitto. Diverso è invece il discorso per gli UTP che, vista la loro miglior situazione, in un’ipotetica cessione, verranno offerti ad un prezzo di vendita decisamente più alto rispetto advert un portafoglio di crediti in sofferenza.

Invece il Banco Bpm ha concluso il 5 giugno il suo progetto «Ace», con la creazione di una piattaforma per il recupero di Npl in three way partnership con il Credito fondiario (quote rispettivamente del 30 e 70 per cento), al quale ha ceduto 7 miliardi di Npl. Un’operazione interessante anche per lo schema, trasparente, che porta in superficie le «sliding doors» della sofferenza bancaria. Un altro aspetto è destinato ad assumere importanza è quello delle competenze immobiliari che consentono di stabilire il reale valore del credito.
Ciò significa che la banca ritiene di non poter più recuperare il credito e, nel caso di un prestito ipotecario, procede con il pignoramento della casa. Spiegandoti la differenza tra crediti UTP e sofferenze capirai meglio perché, al momento, per Marco e Valeria ci sono ancora diverse porte aperte. unlikely to pay, che tradotto letteralmente in italiano significa “improbabile che paghi”. Questo tipo di crediti è infatti associato a una situazione economica difficile del debitore, che fatica a pagare le rate o gli interessi legati a un prestito.